Mio figlio ha visto una scena porno a scuola, cosa devo fare?

17 febbraio 2018 – di Francesca Fadda

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Scena film Mary Poppins (1964)

Riceviamo e condividiamo con voi la lettera di un’amica che ci racconta un episodio accaduto recentemente a suo figlio a scuola, chiedendoci dei suggerimenti su come comportarsi.

Cara Formica Viola,

sono la mamma di un bambino di 9 anni che frequenta la quarta elementare, vorrei raccontare un fatto che è successo in classe. Durante la lezione mentre usavano la LIM (una lavagna interattiva che si connette a internet distribuita dal miur) i bambini si sono trovati davanti la una scena di un film porno con momenti espliciti di sesso omosessuale. Sicuramente è stato un incidente o un virus informatico assolutamente imprevedibile, ma quello che mi lascia un po’ perplessa è stata la reazione della maestra che ha subito messo a tacere i bambini, chiedendo loro di non proferire parola rispetto a quanto avevano visto e senza dare nessuna informazione al riguardo.

Mio figlio mi ha raccontato subito quanto successo e me ne ha parlato alludendo ad una cosa sporca, lui l’ha chiamata proprio schifezza! Ecco, io non voglio che lui abbia questa immagine distorta del sesso, anzi devo dire che lui ancora non sa nemmeno cosa sia in quanto è un bambino ancora ingenuo, per certi versi, anche se conosce (e ne parla tranquillamente) le differenze anatomiche tra maschi e femmine. 

Secondo te come posso aiutare mio figlio a capire che il sesso non è quella “schifezza” che ha visto? cosa potrebbe fare la maestra a riguardo? Secondo te è un’età giusta per affrontare certi argomenti? 

Ti ringrazio, una mamma 

Cara Amica della Formica, grazie per averci scritto, quello che racconti ci offre lo spunto per fare una serie di riflessioni sull’importanza dell’educazione sessuale e affettiva a scuola e sull’urgenza di un’adeguata formazione del corpo docente sulle tematiche legate alla sessualità, ma anche sulla necessità di supportare i genitori nel difficile compito di accompagnare i figli e le figlie nella scoperta della propria esperienza relazionale e sessuale.

L’episodio avvenuto nella classe di tuo figlio condensa in poche immagini diversi aspetti stereotipati legati alla sessualità, all’omosessualità e alla pornografia, che meritano una particolare attenzione. La comparsa improvvisa di un video porno durante una lezione di geografia avrebbe potuto cogliere impreparati/e chiunque, tuttavia la reazione dell’insegnante di tuo figlio, tolto un imbarazzo iniziale comprensibile, rende evidente la presenza ancora forte di una concezione della sessualità come qualcosa di cui non è legittimo parlare, da nascondere ed evitare, alimentando la tendenza a costruire veri e propri tabù attorno a temi che costituiscono i pilastri dell’identità sessuale e del vivere sociale.

Non esistono evidenze scientifiche che dimostrino l’impatto traumatico di un’esposizione accidentale o episodica alla pornografia nei bambini e nelle bambine in età scolare. Oltre le risposte emotive immediate, come il senso di disgusto, schifo, eccitamento, curiosità, è improbabile che si presentino effetti psicologici dannosi e durevoli per l’identità personale. Sono gli estremi della negazione e dell’ossessione per la pornografia a rischiare di creare alcune difficoltà. Un’educazione sessuofobica può inibire l’esplorazione serena e l’espressione spontanea della propria sessualità, contribuendo alla creazione di una visione dei rapporti angosciante in cui la sessualità assume tonalità sporche, disgustose, squallide. Al contrario, un’educazione sessuossessiva, caratterizzata da una esposizione precoce ed eccessiva al materiale pornografico, può fornire elementi per costruire una visione distorta della sessualità, spingendo bambini e bambine verso esperienze improprie per la loro età, senza avere la maturità cognitiva, emotiva e relazionale, per gestirle.

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Scena film Bang Gang. A modern love story (2015)

COSA È IMPORTANTE FARE:

  1. Offrire immagini altre della sessualità

Dopo aver visto un video pornografico è fondamentale evitare che si crei il vuoto comunicativo attorno a quella esperienza e trasformarla in un’opportunità per parlare di sessualità, offrendo rappresentazioni più vicine al vissuto reale del bambino o della bambina. Questi/e non hanno un immaginario erotico preformato e assorbono ogni nuovo fotogramma con una velocità strabiliante perché sono in cerca di  conoscenza. Può essere utile cercare dei libri che uniscano il contenuto informativo alle immagini, possibilmente corredati di materiale fotografico che ritrae adolescenti e scene erotiche più vicine alla propria età, in cui potersi riconoscere e proiettare in una dimensione temporale più vicina alla propria ed avere la possibilità di identificarsi. Accostare alle immagini pornografiche aspetti che permettano di immaginare e sentire la sessualità più alla propria portata, dove il focus non sia sugli organi genitali e sulla prestanza del corpo, ma sull’incontro dei corpi, sul desiderio di conoscenza ed esplorazione. Si tratta di attivare uno zoom che allarghi l’immagine e permetta di integrare il dettaglio nella complessità, senza negare il dettaglio.

  1. Sviluppare il senso critico non il tabù

Durante il processo di formazione della propria identità è di grande importanza per i bambini e per le bambine poter accedere alle idee e alle informazioni e costruire gli strumenti necessari per orientarsi nel mondo allenando il proprio  pensiero critico.  Negare l’esistenza della pornografia impedendo ogni possibile esposizione, non solo è impossibile e rischia di provocare l’effetto contrario, ma è assolutamente inefficace e può portare alla ricerca e al consumo segreto di materiale sessualmente esplicito, con un probabile senso di vergogna e colpa, che impedisce di approcciarsi in modo critico alla stessa pornografia, di cogliere la differenza tra finzione cinematografica e realtà e soprattutto di sviluppare la capacità di discriminare gli aspetti positivi e di criticità, per esempio tra una pornografia di massa ed una d’autore. Favorire  l’avvicinamento ad una area critica e controversa permette di imparare a muoversi in territori conflittuali e  gestirli, predisponendo verso una partecipazione democratica alla vita sociale.

  1. Insegnare che la sessualità può essere dissociata dall’amore

La focalizzazione della pornografia sulla carnalità del rapporto sessuale, lo priva di qualsiasi elemento emotivo e relazionale che, se per un adulto, al di là di ogni posizione morale, è facilmente comprensibile, per una bambina o un bambino diventa un momento di potenziale conflitto cognitivo e di confronto con la possibilità che il comportamento sessuale possa realizzarsi anche senza amore o non all’interno di una relazione stabile. Tanto per i ragazzi quanto per le ragazze, le sperimentazioni della sessualità oggi avvengono sempre più senza un coinvolgimento sentimentale ed è importante legittimare questa possibilità offrendo gli strumenti per vivere una sessualità sana, capace di integrare piacere e salute in modo sicuro con la consapevolezza dei rischi di comportamenti non protetti, nel rispetto del proprio corpo e di quello dell’altro/a, in cui l’elemento centrale sia sempre il consenso e la scelta di un qualsiasi atto libera da ogni costrizione fisica e psicologica.

  1. Educazione sessuale in famiglia e a scuola

Fare una buona informazione ed educazione alla sessualità e all’affettività iniziando sin dai primi anni di vita crea gli strumenti concettuali ed emotivi per poter affrontare anche il tema della pornografia senza rischiare di incorrere in silenzi imbarazzanti, evitamenti e tabù, o, al contrario, sentirsi costretti dall’emergenza a dover dire tutto e da un momento all’altro. Parlare improvvisamente di sessualità a partire dalla visione di un video pornografico, se prima non si era mai affrontato il tema, è un compito cognitivo difficile per un/a bambino/a che mette a dura prova la relazione e la comunicazione con l’adulto. Da un lato si manifesta una esplosione di curiosità ed emozioni anche molto diverse tra loro, dall’altra  troppe informazioni, universi semantici e simbolici, da gestire in un colpo solo. È perciò sempre preferibile affrontare i temi della sessualità con gradualità e possibilmente anticipare le fasi dello sviluppo, cercando di dire le cose prima che accadano.

  1. Formazione insegnanti

Nel contesto scolastico gli/le insegnanti dovrebbero avere una formazione di base sulle tematiche della sessualità e dell’affettività, sviluppare un atteggiamento aperto e senza pregiudizi e una serie di competenze che permettano loro di comunicare con serenità e serietà le informazioni adeguate all’età della classe di riferimento, qualora, come nel caso specifico, si presentasse la necessità di affrontare un tema come quello della pornografia. La formazione degli insegnanti dovrebbe essere mirata prima di tutto a individuare e mettere in discussione i propri schemi e pregiudizi verso la sessualità e gli orientamenti sessuali, per adottare un atteggiamento aperto e non discriminante.

Nell’episodio riportato nella lettera, sarebbe stato appropriato che la maestra non trasmettesse ai bambini e alle bambine la propria paura e preoccupazione nel trovarsi impreparata a gestire una situazione come quella. Cercare una sorta di “complice alleanza” con la classe chiedendo di non parlare con nessuno di quanto accaduto, ha sortito esattamente l’effetto contrario, come ci ha raccontato la nostra amica. Sul momento la maestra avrebbe potuto richiedere la collaborazione di qualche collega e confrontarsi successivamente e apertamente con i genitori dei bambini e delle bambine della classe.

Riconoscere la propria difficoltà nel trattare argomenti legati alla sessualità e all’affettività è un passo fondamentale per chiedere la consulenza e l’eventuale intervento di un esperto in sessuologia ed educazione alle differenze, che progetti percorsi formativi per insegnanti e interventi educativi adeguati all’età e alle esigenze rilevate in classe, in uno spirito di condivisione e co-costruzione con la scuola e le famiglie.

 

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La Formica Viola offre un servizio di consulenza, progettazione, formazione e intervento nelle scuole di ogni ordine e grado nell’area dell’educazione alla sessualità, all’affettività e alle differenze, in Abruzzo e in Sardegna.

Per informazioni:

ABRUZZO – Dott. Davide Silvestri – 3478150573

SARDEGNA – Dott.ssa Francesca Fadda – cell. 3472114917

Email: laformicaviola@gmail.com

Fb: laformicaviola

 

Festa di tesseramento 2018 La Formica Viola

Tesseramento

L’associazione La Formica Viola è lieta di invitarvi alla sua prima festa di tesseramento, domenica 10 dicembre alle 18:00 presso il Ristorante Émotif , in via Mazzini, 39 a Pescara.

Sarà un’occasione per conoscerci e presentare le attività svolte e i progetti per il futuro!

All’incontro avremo con noi la scrittrice e performer Maura Chiulli che ci accompagnerà con letture di brani scelti per l’occasione.

Sottoscrivendo la tessera 2018 potrete sostenere l’associazione e consentire la realizzazione di eventi anche nel prossimo anno!

Per i/le partecipanti il costo della tessera associativa di 15€ comprenderà anche un calice di vino e stuzzicherie preparate per noi dallo staff di Émotif !

Vi aspettiamo numeros*!

LoveAbility Pescara – Giornata di studi su disabilità e sessualità. COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA LOVE ABILITY Giornata di Studi su Disabilità e Sessualità

13 Ottobre 2017 Auditorium Cerulli – Pescara

L’associazione La Formica Viola è lieta di annunciare la Giornata di Studi su Disabilità e Sessualità Love Ability, organizzato dall’ Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara. L’appuntamento è previsto alle 10 per la sessione mattutina e alle 14 per quella pomeridiana il 13 Ottobre 2017 presso l’Auditorium Cerulli di Pescara, sito in Via Francesco Verrotti, 42.

La sessualità è un aspetto fondamentale di ciascun individuo, in cui l’interazione delle dimensioni individuali e sociali della persona si traducono in comportamenti, atteggiamenti ed emozioni finalizzati alla soddisfazione di bisogni di base quali il desiderio di contatto, di intimità, di piacere, tenerezza e amore. Pertanto un pieno sviluppo della sessualità è una condizione indispensabile per il raggiungimento del benessere individuale, interpersonale e sociale.
Tuttavia, una condizione di disabilità fisica, psichica, congenita o acquisita può limitare in maniera più o meno significativa l’autonomia, privando l’individuo di una della libertà più importanti: la propria intimità.
Questa Giornata di Studi si prefigge l’obiettivo di decostruire lo stereotipo dell’asessualità soventemente legato alla persona con disabilità, nell’ottica di un percorso culturale finalizzato al diritto alla sessualità per ciascun individuo, coinvolgendo professionisti, associazioni, familiari e istituzioni. Il Comitato LoveGiver propone la valorizzazione di una nuova forma di assistenza sessuale non limitata esclusivamente all’esperienza meccanicistica della sessualità. In accordo alla propria mission consistente nella diffusione di una cultura dell’accoglienza e del rispetto delle differenze, La Formica Viola ha conseguentemente aderito all’Osservatorio nazionale sull’Assistenza Sessuale ed al Movimento LoveGiver.

L’apertura dei lavori è prevista per le ore 10 con un reading tratto dal libro “Non volevo morire vergine” di Barbara Garlaschelli, interpretato dall’attrice Eleonora Leone, a cui seguiranno i saluti istituzionali di Giovanni Di Iacovo, Assessore alla Cultura del Comune di Pescara e Antonella Allegrino, Assessore al Welfare, Politiche sociali e Pari Opportunità del Comune di Pescara. Subito dopo interverranno i due fondatori dell’associazione La Formica Viola, gli psicologi Davide Silvestri e Francesca Fadda, con una relazione dal titolo “Cultura come consapevolezza dei diritti”. La parola verrà presa in seguito dall’assistente sociale Gabriella Di Giovanni e da Raffaella Ranieri, esponenti dell’ANFFAS Onlus di Pescara (“La sessualità è un diritto”) e da Claudio Ferrante, Disability Manager e Presidente dell’associazione Carrozzine Determinate (“L’importanza dell’assistenza sessuale”).
Il Direttore del Corso di Laurea in Terapia Occupazionale dell’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara Giacomo Ianieri e la Terapista Occupazionale Anna Rita Marusco apporteranno il loro contributo nell’ambito della relazione “La riabilitazione nelle relazioni intime e sessuali attraverso la Terapia Occupazionale”. Dopo la pausa pranzo, alle ore 14 si riprenderà con Silvia Moretta, critico d’arte e curatrice d’arte indipendente (“Gli ‘incidenti’ di Frida: il tram e Diego”). Di seguito con Fabrizio Quattrini, psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, docente presso l’Università degli studi de L’Aquila nonché Presidente Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma parleremo del Progetto LoveGiver (“Il progetto ‘Love Giver’. Dalla selezione dei partecipanti al corso per diventare Operatori all’Emotività, Affettività e Sessualità”). Gli ultimi interventi della Giornata di Studi saranno di Max Ulivieri, Presidente del Comitato per l’assistenza sessuale per le persone con disabilità (“Il diritto di poter scegliere”) e dell’Educatore e allievo del corso di formazione OEAS (“Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità”) Marco Pulzoni (“Una scelta motivata”).

L’ingresso è gratuito, previa iscrizione con mail all’indirizzo laformicaviola@gmail.com entro il 10 Ottobre. La cittadinanza è invitata a partecipare.

La Formica Viola è un’associazione di promozione sociale operante tra Pescara e Cagliari, creata per diffondere la cultura dell’accoglienza e del rispetto. Fondata nel 2015, la sede si trova a Montesilvano {PE}. #CostruireCambiamento è il suo slogan nonché un vero e proprio obiettivo. Come si costruisce una pervasiva e radicata cultura del rispetto? Innanzitutto promuovendo e diffondendo il valore dell’inclusione e valorizzando le “differenze”. Altri punti fondamentali perseguiti e promulgati dall’associazione sono l’educazione all’affettività, la conoscenza delle diversità, il superamento degli stereotipi di genere, la lotta contro le discriminazioni e la promozione delle pari opportunità.

Per ulteriori informazioni:

Dott. Davide Silvestri {347 8150573}

Dott.essa Valentina Di Simone {327 4150067}

http://www.laformicaviola.com/

Pagina FB: facebook.com/laformicaviola

Instagram: LaFormicaViola

Mail: laformicaviola@gmail.com

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Love Ability

LOVEABILITY
Giornata di studi su disabilità e sessualità
11 marzo 2017 – Spazio SEARCH Cagliari

La dimensione relazionale, affettiva e sessuale rappresenta un’area fondamentale del potenziale umano che non può essere esclusa in presenza di una disabilità ma sostenuta e valorizzata in ogni fase del ciclo di vita.
Di sessualità e disabilità si parla tanto ma raramente i due temi vengono affrontati insieme e con un approccio intersezionale. Salvo alcune esperienze frammentarie, che vedono coinvolti attivisti e operatori del settore, infatti, l’esistenza della sessualità per persone con disabilità viene prevalentemente trascurata, negata e sedata.
Love Ability vuole essere momento di riflessione condivisa e occasione di costruzione di un percorso culturale che coinvolga professionisti, associazioni e familiari al fine di garantire piena cittadinanza alla dimensione affettiva e sessuale delle persone con disabilità.

La giornata di studi si svolge all’interno del V-Art Festival Internazionale Immagine d’Autore, è promossa dall’Associazione La Formica Viola in collaborazione con LABOR cinema, UNICA 2.0 e UNICA LGBT e si rivolge a professionisti e professioniste, studenti e studentesse, familiari e chiunque possa essere interessato/a alla tematica trattata.

La partecipazione è libera e gratuita, per facilitare l’organizzazione dell’evento si richiede una preiscrizione via email a laformicaviola@gmail.com possibilmente entro l’8 marzo 2017. Per maggiori informazioni

Sede
Spazio SEARCH
Largo Carlo Felice, 2 – Cagliari

Accesso senza barriere
INFO POINT Comune di Cagliari Via Roma, 145
Ascensore Ufficio Sorveglianza

Segreteria Organizzativa
La Formica Viola – Associazione di promozione sociale (Cagliari, Pescara)
Francesca Fadda cell. 3472114917
laformicaviola@gmail.com
http://www.laformicaviola.com

PROGRAMMA

MATTINA – Ore 10.30 Registrazione partecipanti

Apertura dei lavori e presentazione giornata
Francesca Fadda – psicologa, psicoterapeuta, associazione La Formica Viola

Saluto delle Associazioni
Giovanni Coda – Presidente Labor Cinema
Ludovica Pili – Unica 2.0
Paolo Usai – Unica LGBT

Modera Maria Rosaria D’Andrea

Presentazione e proiezione video “Insieme si può tutto”
Shawn Serra – speaker radiofonico a Radio In e fondatore di OLTRE

Sesso e disabilità: tabù e pregiudizi da superare – in videoconferenza
Priscilla Berardi – medico, psicoterapeuta, sessuologa

Il corpo sente – sessualità e sordità
Davide Silvestri – psicologo, psicosessuologo in formazione, associazione La Formica Viola

Il ruolo della famiglia nell’educazione alla sessualità e all’affettività
Pierangelo Cappai – presidente associazione Diversamente

Educare all’affettività e alla sessualità nei disturbi dello spettro autistico
Marco Pontis – pedagogista, responsabile progetto CTR Nuove Abilità – CTR onlus

Ore 13.00 Pausa pranzo

POMERIGGIO Ore 14.30 Ripresa dei lavori

Movimento LoveGiver e figura dell’Assistente sessuale – in videoconferenza

Fabrizio Quattrini – Psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, Presidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma
Max Ulivieri – Presidente del “Comitato per l’assistenza sessuale alle persone con disabilità”

Dibattito

Ore 17.00 chiusura lavori

*Il programma potrebbe subire della variazioni

Bullied To Death – Dopo che gli occhi hanno visto non possono più voltarsi altrove

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Bullied to death è una denuncia, poetica e cruda, ma non fine a se stessa. Lancia un allarme e allo stesso tempo propone strumenti di cura. Offre spunti terapeutici in grado di inoculare anticorpi culturali nelle nuove generazioni e spingere le figure educative e i soggetti politici a occuparsi in maniera sistematica del bullismo omotransfobico. Richiama l’urgenza di interventi strutturali e stratificati di educazione affettiva, relazionale, sessuale e di educazione alle differenze. “È necessario che a scuola si parli di genere sessuale il prima possibile”, afferma una delle protagoniste del film, perchè è la scuola che primariamente deve intercettare e accogliere quelle differenze non rispettate, svalorizzate, mortificate a facili bersagli  di comportamenti bullistici.

Il film racconta storie di vita e identità, che si muovono tra la clandestinità e la cronaca, oscillando tra questi due mondi complementari. Quello clandestino/privato, nascosto e schiacciato da dinamiche di esclusione,  governato dalla vergogna e spesso  dalla paura, perché ammettere di subire prevaricazione e violenza può costringere a fare coming out in modo forzato, con modi e tempi che non corrispondono a quelli propri. Dalla clandestinità quelle storie si spostano improvvisamente al mondo della cronaca, attivando risposte di emergenza governate da logiche punitive e securitarie che alimentano la dialettica asimmetrica del bullismo. Quella specifica asimmetria relazionale che caratterizza i rapporti tra vittima e bullo a scuola è lo specchio di un equilibrio sociale disfunzionale che non può risolversi in una semplicista e riduttiva spiegazione di fenomeno naturale nell’adolescenza.

Il bullismo omotransfobico si genera nell’asimmetria di potere socialmente costruita ma si differenzia dalle altre forme di prevaricazione perchè è eteronormativo e si realizza dando forma violenta e discriminante alle presunte deviazioni dalla norma di genere e alla eterosessualità.

Per contrastarlo quelle storie di vita e di identità devono trovare spazio differente, di accoglienza e affermazione,  soprattutto nel contesto scolastico. È necessario liberare gli spazi fisici, simbolici e discorsivi dai pregiudizi e dalla violenza. Aprire solchi narrativi per poter nominare le esperienze senza etichette e legittimarne l’esistenza. Come quando un bambino o una bambina transgender scoprono che esiste un nome per descrivere quel vissuto doloroso che stanno vivendo nella clandestinità e nel silenzio, col terrore di non esistere.

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Bullied to death, per il regista Giovanni Coda, è un film difficile da gestare e produrre ma non difficile da guardare. Eppure quel contrasto tra immagini e narrazioni riesce a creare un forte attrito tra emozioni e cognizioni, lasciando il fiato sospeso e un sapore di rabbia nella bocca di chi guarda.

In quel contrasto, forte e a volte fastidioso e incomprensibile, tra le immagini che passano e le parole autobiografiche dei/delle protagonist*, sembra a volte ripresentarsi quell’accostamento stridente tra cronaca e immagini stereotipate.  Un immaginario che spesso viene utilizzato in modo strumentale e distorto per rappresentare la comunità LGBT decontestualizzando e mistificando quegli atti performativi che hanno invece una potente funzione di autoaffermazione e liberazione dei corpi  dalle norme eterosessiste.

Bullied To Death costringe a spalancare gli occhi, fa emergere dalla clandestinità, da corpo, voce e vibrazione, scuotendo il senso di responsabilità in chiunque. Perché dopo che gli occhi hanno visto non possono più voltarsi altrove.

Francesca Fadda

Bullied to Death è un film del 2016 scritto e diretto da Giovanni Coda. Grato in Italia e recitato in lingua inglese, è stato presentato dal regista e proiettato in anteprima nazionale all’edizione 2016 del Torino GLBT Film Festival. Il film è il secondo episodio della trilogia sulla violenza di genere iniziata dal regista con il film Il Rosa Nudo. ll film si ispira alla vera storia di un giovane quattordicenne americano suicidatosi al seguito di una drammatica sequenza di gravi atti legati al bullismo omofobico scolastico e al cyberbullismo. A questa storia si legano quelle di altri giovani gay, lesbiche e trans, vittime di attacchi omofobi, uccisi o indotti al suicidio, in diverse parti del mondo. Il 17 maggio 2071 a sessant’anni dalla morte del giovane, durante la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, un gruppo di artisti si ritrova unito in una performance commemorativa che attraverserà l’arco dell’intera giornata.

[Fotogrammi del Film Bullied to death di Giovanni Coda]

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L’EDUCAZIONE CONTRO LA VIOLENZA Laboratorio per genitori e letture #controstereotipi

L’EDUCAZIONE CONTRO LA VIOLENZA
Laboratorio per genitori e letture #controstereotipi
25 novembre 2016 – Dolianova CA

In occasione della manifestazione mondiale contro la violenza di genere, l’associazione La Formica Viola e la Biblioteca Comunale di Dolianova organizzano L’educazione contro la violenza, un evento che risponde all’appello nazionale #nonunadimeno, per portare l’attenzione sulla necessità di un cambiamento culturale e strutturale della società ancora radicata nella disparità di potere tra i sessi.
L’evento patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Dolianova, aderisce al Mese dei diritti umani 2016 ed è realizzato in collaborazione con il Circolo dei Lettori Miele Amaro e la cooperativa La Memoria Storica. L’iniziativa vuole stimolare la riflessione sull’importanza di una educazione affettiva precoce e la diffusione di una cultura centrata sul rispetto delle differenze per contrastare la violenza di genere che attraversa ogni aspetto dell’esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne.

Ad aprire la manifestazione sarà il laboratorio per genitori Educare alla sessualità: l’amore è carte da decifrare, ispirato ad una celebre canzone di Ivano Fossati, curato dalle psicologhe Francesca Fadda e Roberta Spiga, si svolgerà alle ore 16.30 presso la Biblioteca Comunale di Dolianova, la partecipazione è gratuita previa iscrizione via email a laformicaviola@gmail.com oppure telefonicamente al cell. 3472114917 entro il 22 novembre. La serata proseguirà in piazza Europa alle ore 18.30 con letture e musica #controstereotipi a cura di voci narranti volontarie, con l’accompagnamento sonoro di Gerardo Ferrara.

Contatti e informazioni
La Formica Viola
laformicaviola@gmail.com
Francesca Fadda – cell. 3472114917

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LABORATORIO

Educare alla sessualità
“L’amore è carte da decifrare” Ivano Fossati

Venerdì 25 novembre h. 16.30 – 18.30 – Biblioteca Comunale Dolianova
partecipazione GRATUITA
Prenotazione obbligatoria entro il 22 novembre: email laformicaviola@gmail.com – cell. 3472114917

Per i genitori di oggi l’educazione è diventata una sfida affascinante e complessa che se da un lato pone di fronte ai profondi mutamenti sociali che rendono i figli e le figlie così diversi e spesso difficili da decifrare rispetto al passato, dall’altra mantiene inalterato il privilegio di accoglierli e accompagnarli in quel percorso di scoperta tanto avventuroso da rendere unico e irripetibile il viaggio della vita, in ogni sua tappa.

Nell’educare all’affettività e alla sessualità il recupero delle esperienze del passato e dei propri modelli educativi non sempre risulta sufficiente ed efficace. Se è vero infatti che la sessualità dei bambini e delle bambine di oggi è per certi aspetti uguale a quella degli adulti alla loro età, non possiamo trascurare che il clima sociale ed educativo, in cui un tempo gli adulti sono cresciuti, li rendeva meno precoci e spigliati, anche nel mostrare curiosità ed esprimere il bisogno di conoscenza. In questo momento storico si può certamente parlare con maggiore libertà di sessualità, soprattutto per la possibilità di accedere con grande rapidità e facilità a informazioni ed esperienze attraverso le nuove tecnologie e i social, ed è proprio accanto a queste reti di informazione che i genitori possono imparare a porsi per dialogare ancora più apertamente con i propri figlie e le proprie figlie.

Finalità
Il laboratorio si propone di accompagnare i genitori nella costruzione di nuovi strumenti di riflessione e comunicazione con i propri figli e le proprie figlie, sviluppando un approccio olistico e positivo verso la sessualità, considerata come una dimensione globale della personalità che, insieme a quella affettiva, cognitiva e sociale, concorre a formare la soggettività e il pieno sviluppo personale e relazionale.

Obiettivi
– Sviluppare una visione olistica della sessualità
– Prendere consapevolezza dell’influenza dei propri modelli relativi alla sessualità nel comunicare con i/le figli/figlie
– Sperimentare e sviluppare modalità di comunicazione genitori-figli/e adeguate all’età
– Migliorare la capacità e la disponibilità all’ascolto dei bisogni conoscitivi dei bambini e delle bambine in relazione all’affettività e alla sessualità.

Metodologia
Il laboratorio si realizza in un incontro della durata due ore con il coinvolgimento dei/delle partecipanti in attività ludico-Esperienziali, lettura di libri e momenti di riflessione e condivisione.

Destinatari
Genitori (in coppia o singolarmente) di qualsiasi età accomunati dal bisogno di confrontarsi sull’educazione alla sessualità e all’affettività. Numero minimo di partecipanti 6, numero massimo 20. Fascia d’età figli/e: 4 – 10 anni.

Conduttrici
Francesca Fadda psicologa e psicoterapeuta sistemico relazionale e familiare, co-fondatrice dell’associazione La Formica Viola con la quale promuove progetti sull’educazione alle differenze e all’affettività.
Roberta Spiga psicologa dell’età evolutiva e psicoterapeuta da oltre dieci anni si occupa dello studio e della cura di bambini e adolescenti. Insegna in un liceo pscicopedagogico e collabora con enti pubblici e privati nel campo della prevenzione e della riabilitazione.

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GEORGE. Una storia semplice.

GEORGE

Inauguriamo questa nuova rubrica del blog “La libreria della Formica Viola” con questo libro che racconta una storia piena di emozioni.

Alex Gino, autore americano di questo bellissimo romanzo, ha impiegato ben 12 anni a raccontare, soppesando ogni singola parola, la vita di George, un bambino di 10 anni che sente di essere una bambina e che nel suo mondo segreto ha un altro nome: Melissa.

Quello che da subito mi ha colpito di questa storia, nel suo stile narrativo, è la sensazione, fin dalle primissime pagine, di sentirsi dalla parte di George: per tutta la durata del libro infatti, per George, aggettivi e pronomi sono declinati al femminile. Si crea quindi da subito un legame tra protagonista e chi legge, così che, man mano che la storia prosegue, si rimane incuriositi e affascinati dalle reazioni degli altri personaggi quando, ad esempio, George finalmente riesce a confidare questo suo importante “segreto” oppure quando grazie alla sua migliore amica, Kelly, George avrà la possibilità di sperimentarsi, conoscersi e viversi in situazioni da sempre solo sognate affrontando l’ondata emotiva che la pervaderà in un mix tra eccitazione, gioia e paura.

In diversi ambienti, George dovrà combattere la sua battaglia per affermare se stessa, rendendo naturale agli occhi degli altri quella che è la sua natura. A scuola, ad esempio, sarà la recita “La tela di Carlotta”, messa in scena ogni anno dalle quarte elementari, l’occasione giusta per dimostrare a tutti che lei è una bambina, interpretando la parte della protagonista. La scusa di calarsi in un personaggio la legittima ad essere se stessa, senza dare spiegazioni. A casa, invece, la madre, pur avendo colto dei segnali, fa di tutto per evitare di affrontare la questione non ponendo domande per il timore di ricevere risposte che potrebbero minare certezze.

Non è mia intenzione raccontarvi troppo ma posso certamente dirvi che questo è un libro che, nella sua semplicità e accessibilità di linguaggio pensato anche per adolescenti, conduce chi legge all’interno di un mondo troppo spesso ignorato e che al contrario avrebbe bisogno di maggiore visibilità nell’intento ultimo di decostruire stereotipi, conoscere l’altro da sé e imparare ed educare al rispetto delle differenze. George non è un libro sul transessualismo ma è una storia, semplice nella sua complessità, che mi sento di consigliare a tutti.

Davide Silvestri

Alex Gino, George, 2015, Mondadori, 149 pg.

“Quando si guardò allo specchio, le mancò il fiato.

E a Melissa anche. Rimase immobile a lungo,o-alex-gino-570

senza fare altro che sbattere le ciglia.

Poi George sorrise, 

e sorrise anche Melissa”.

Insegnanti… occhio ai progetti!

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In questi giorni i docenti delle scuole italiane sono chiamati a valutare ed approvare i progetti proposti, per inserirli eventualmente nel P.O.F. (Piano dell’Offerta Formativa). Questo è un documento col quale la scuola comunica all’esterno le attività che vengono svolte all’interno dell’Istituto. Esse comprendono sia le attività curricolari, ossia le ore di lezione svolte dai docenti che operano nella scuola, sia le attività extra-curricolari, ossia attività che vanno ad ampliare l’offerta formativa con progetti riferiti ad ambiti specifici.
Questi progetti possono essere presentati o dagli stessi docenti dell’Istituto, o essere proposti da esperti esterni, che mettono a disposizione della scuola la loro professionalità e competenza su una specifica tematica.

Fra questi ultimi ci possono essere progetti, in apparenza molto accattivanti, che si propongono di affrontare in modo innovativo temi delicati quali l’educazione all’affettività ed alla sessualità. Gli insegnanti, che spesso si sentono inadeguati ad affrontare questo tipo di tematiche, sia per la mancanza di competenze specifiche, sia per la difficoltà di trattare questi temi con gli alunni, potrebbero essere portati, dopo una lettura superficiale, ad approvare volentieri progetti di questo tipo.

È necessario, però, verificare innanzitutto la fondatezza scientifica degli argomenti trattati e il rispetto dei principi su cui si basa l’attività della scuola. Come fare?
Quello che ci sentiamo di consigliare come associazione di promozione sociale e culturale è sicuramente di indagare sulle reali intenzioni e le fonti da cui nascono tali progetti. I dibattiti sulla fantomatica “ideologia gender”, promossi e divulgati dai associazioni quali Pro Vita e Manif Pour Tous, purtroppo non sono ancora stati chiusi. Queste associazioni, dalla finalità poco chiara, diffondono informazioni non suffragate da dati scientifici che, nei mesi scorsi, hanno messo in allarme i genitori degli alunni in merito a strane attività che, a detta di tali associazioni, sarebbero state effettuate all’interno delle scuole. Casualmente questi allarmismi, rivelatisi poi infondati, si sono verificati mentre in parlamento si discuteva dell’approvazione del disegno di legge sulle unioni civili…

Oggi queste stesse associazioni potrebbero essere dietro i progetti che vengono presentati nelle scuole. In alcuni casi, i responsabili scientifici di questi progetti potrebbero essere molto vicini a personaggi noti per aver rilasciato pubblicamente affermazioni come “l’omosessualità è un male di vivere che viene da dentro e l’unica soluzione è correggerlo” o “le unioni civili provocheranno l’aumento dei casi di femminicidio”.
Va ricordato che già dal 1990 l’omosessualità è stata definitivamente cancellata dall’elenco del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali.
Tali dichiarazioni, oltre a essere contrarie alle affermazioni scientifiche, sono in totale contrasto con gli obiettivi di una scuola che si propone di essere “inclusiva” e che vuole porre al centro della propria attività il rispetto della persona e dei diritti umani.

In sintesi, questi sono i passaggi da tener presenti quando progetti legati ai temi dell’educazione all’affettività e alla sessualità vengono sottoposti all’attenzione dei dirigenti scolastici e dei docenti:

  • leggere attentamente i contenuti del progetto;
  • effettuare delle ricerche per individuare i responsabili scientifici dei progetti e le persone e/o associazioni a cui si ispirano;
  • avere sempre come punto di riferimento informazioni corrette dal punto di vista scientifico, con fonti verificabili, poiché questo è l’unico modo per mettere a tacere eventuali false convinzioni legate agli argomenti trattati.

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La Formica Viola, impegnata nella diffusione di informazioni corrette al fine di promuovere a livello sociale l’educazione ed il rispetto delle differenze, è a disposizione di docenti, dirigenti scolastici e genitori che avessero bisogno di chiarimenti. Vi invitiamo a contattarci per segnalarci eventuali dubbi sull’attendibilità e sul rigore scientifico dei progetti proposti nelle scuole.

Amori Resilienti. Resoconto della rassegna

“Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro”.

Albert Camus

Proprio ciò è avvenuto il 4, l’8 e il 13 Marzo 2016 a Pescara, i giorni in cui l’Associazione La Formica Viola ha proposto la sua prima “creazione” {la Rassegna ‘Amori Resilienti’} al capoluogo adriatico, regalando a quest’ultimo un interessantissimo e appassionante evento nonché una perla culturale per il presente e per il futuro della città.

“Resilienza” è stata la parola-chiave con cui quest’iniziativa è stata modellata. Come è già stato precisato nel Comunicato Stampa illustrativo, la resilienza è quella capacità umana grazie alla quale è possibile trasformare un evento potenzialmente destabilizzante in una esperienza formativa e di crescita personale. Un processo pervasivo, al termine del quale le ferite possono gradualmente essere rimarginate affinché si verifichi una piena ripresa del controllo della propria vita.

I tre appuntamenti {“Memorie” il 4 Marzo, “Amuri” l’8 e “Abusi” il 13} sono stati appunto dedicati a questa nobile {nonché troppo spesso sottovalutata} abilità degli esseri umani. Durante il primo, “Memorie”, è stato proiettato il film “Il Rosa Nudo” del regista Giovanni Coda, in cui il protagonista viene deportato perché omosessuale.

Il termine è stato scientemente preferito al plurale, in quanto a volte sembra vigere una “gerarchia” tra quanto si crede vada ricordato e quanto si pensa debba continuare ad essere omesso, nascosto.

Anche il secondo appuntamento, “Amuri”, è stato declinato al plurale poiché pure nel campo dei sentimenti le relazioni vengono classificate spesso, troppo spesso, secondo l’eteronormatività, a causa della quale il riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone omosessuali è spesso tardivo {risale a tempi recentissimi l’approvazione in Senato delle cosiddette Unioni Civili in Italia; manca ancora molto alla piena uguaglianza giuridica e sociale raggiunta invece da altre Nazioni europee e non, ove ad esempio è stato introdotto il matrimonio egualitario da tempo così come una legge contro l’omofobia, assente nel nostro Paese}.

Lo spettacolo teatrale con Alberta Cipriani e Alessandro Piavani, sotto la regia di Maria Francesca Finzi, è stato appunto prediletto per la giornata dell’8 Marzo non a caso, ossia in occasione della Festa della Donna, perché occorre ricordare soprattutto in questo giorno {così come negli altri} l’assoluta necessità di una costante lotta culturale per l’autodeterminazione, affinché vengano offerte rappresentazioni plurali, decostruiti gli stereotipi di genere e garantita una libera espressione della sessualità.

Temi altrettanto delicati e dal forte impatto emotivo sono stati trattati durante la serata del 13 Marzo, “Abusi”, in cui grazie all’intreccio tra teatro, reading e proiezioni è stata affrontata la tematica della violenza di genere. Molto intenso è stato lo spettacolo teatrale della Compagnia dei Merli Bianchi nonché le letture della Co-Fondatrice de La Formica Viola Francesca Fadda.

Cosa si intende con l’espressione “violenza contro le donne”? Un qualsiasi atto violento fondato sull’appartenenza ad un genere il quale produca, o possa provocare, sofferenza fisica, sessuale o psicologica nell’altro genere. Coercizione, minacce, ingiurie, arbitraria privazione della libertà nella vita pubblica e privata rientrano in questa triste e deprecabile categoria.

Durante la serata gli spunti per riflettere sono stati numerosi, dalle considerazioni sullo stupro subìto nel marzo del 1973 da Franca Rame {la quale venne rapita da esponenti dell’estrema destra per poi essere sottoposta a tortura e violenza sessuale, come lei ricorda nel suo monologo “Lo stupro” del 1981} alle riprese tratte dal documentario “Processo per stupro” realizzato nel 1978 dalla regista Loredana Rotondo, girato per mostrare all’opinione pubblica cosa poteva accadere a chi denunciava abusi sessuali, in cui peraltro viene mostrata la combattiva e tenace Avvocata Tina Lagostena Bassi, nota per la sua agguerrita difesa dei diritti delle donne nelle aule dei tribunali.

E’ stata citata anche la triste storia della ragazza abusata alla Fortezza da Basso a Firenze {i ragazzi furono inizialmente condannati in primo grado, ma furono poi assolti in Appello}. Sono state infine presentate le immagini della nuova campagna del Centro anti-violenza Donn.è con sede ad Ortona presieduto dall’Avvocata Francesca Di Muzio, preceduta dall’intervento dell’Assessore alla Cultura del Comune di Pescara Giovanni Di Iacovo {la Rassegna è stata patrocinata dal Comune}. Altre personalità hanno poi preso parola, tra cui la componente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Pescara Anna Rita Rossini.

Non meno importanti sono stati gli sponsor, ringraziati a fine serata per la preziosa partnership con La Formica Viola: l’Agenzia Generale UnipolSai di Cepagatti, MagLab, Artisti per il Matta, l’associazione Movimentazioni, il BookCaffè Primo Moroni, AltraPsicologia, Anddos, Donn.è, Ananke, Arcigay, Deposito dei Segni e la già citata Compagnia dei Merli Bianchi.

Una Rassegna molto partecipata {durante l’ultima serata si è registrato il tutto esaurito}, coinvolgente e propositiva: un bilancio totalmente positivo. Nel ricordare la missione de La Formica Viola, creata innanzitutto per diffondere la cultura dell’accoglienza e del rispetto, è quanto mai appropriato riportare quanto disse il filosofo tedesco Hans Georg Gadamer: «La Cultura è l’unico bene dell’Umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande».

Ad maiora!

Chiara Di Marcantonio

Amori Resilienti – Tre date a Pescara

AMORI RESILIENTI
Controcultura dei sentimenti violati
4 – 8 – 13 marzo 2016
Spazio Matta – Pescara

L’associazione La Formica Viola con il patrocinio del Comune di Pescara, è lieta di annunciare la rassegna culturale “AMORI RESILIENTI. Controcultura dei sentimenti violati”. Gli appuntamenti sono tre e avranno luogo il 4, l’8 e il 13 Marzo 2016 a Pescara presso lo Spazio Matta in via Gran Sasso n°53 alle h. 21.

Il progetto verte sul tema degli amori laceranti e straordinari allo stesso tempo, i quali, nonostante la loro profonda drammaticità, riescono a far emergere risorse personali spesso inesplorate e a far giungere a inaspettati percorsi di autoaffermazione.

L’amore, quello violato dall’invisibilità, dalle prescrizioni e dal conformismo, diventa lo scenario di un cambiamento grazie a cui viene restituito valore alla soggettività e riscatto sociale.
La resilienza è quella capacità umana grazie alla quale è possibile trasformare un evento potenzialmente destabilizzante in una esperienza formativa e di crescita personale. Un processo pervasivo, al termine del quale le ferite possono gradualmente essere rimarginate affinché si verifichi una piena ripresa del controllo della propria vita, non restando più incagliati nel ruolo di vittime.

Attraverso il teatro e il cinema, l’evento si propone come uno spunto per attivare fattori di resilienza nel contesto culturale, sviluppando la consapevolezza emotiva e cognitiva di quei meccanismi sociali percepiti come un ostacolo al riconoscimento di sentimenti, identità e diritti. Consapevolezza, coscienza civile, relazioni orientate al rispetto possono diventare quelle barriere protettive in grado di ridurre i rischi di discriminazione e violenza e promuovere una cultura dell’accoglienza.

Amori Resilienti si aprirà il 4 Marzo con l’evento “Memorie”, che prevede la proiezione del film “Il Rosa Nudo” del regista Giovanni Coda, dedicato alla vita di Pier Sell, deportato perché omosessuale. L’8 Marzo sarà la volta dello spettacolo teatrale “Amuri”, con Alberta Cipriani e Alessandro Piavani, sotto la regia di Maria Francesca Finzi. Il 13 Marzo, infine, verrà proposto il tema “Abusi”, spettacolo-confernza che intreccia teatro, reading e proiezioni per raccontare la violenza di genere, co-produzione de La Formica Viola e La Compagnia dei Merli Bianchi.

La rassegna è realizzata con il contributo dell’ Agenzia Generale UnipolSai di Cepagatti ed in collaborazione con MagLab, Artisti per il Matta, l’associazione Movimentazioni, il BookCaffè Primo Moroni, AltraPsicologia, Anddos, Donn.è, Ananke, Arcigay, Deposito dei Segni, e la già citata Compagnia dei Merli Bianchi.
È prevista una sottoscrizione associativa per l’ingresso: si può accedere ad un singolo evento con una quota minima pari a 5€.
Alla fine di ogni incontro è previsto un dibattito.
La cittadinanza è invitata a partecipare.

“Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro”.
{Albert Camus}

La Formica Viola è un’associazione di promozione sociale creata per diffondere la cultura dell’accoglienza e del rispetto. Fondata nel 2015, la sede si trova a Montesilvano {PE}.#CostruireCambiamento è il suo slogan nonché un vero e proprio obiettivo.
Come si costruisce una pervasiva e radicata cultura del rispetto? Innanzitutto promuovendo e diffondendo il valore dell’inclusione e valorizzando le “differenze”. Altri punti fondamentali perseguiti e promulgati dall’associazione sono l’educazione all’affettività, la conoscenza delle diversità, il superamento degli stereotipi di genere, la lotta contro le discriminazioni e la promozione delle pari opportunità.

Per ulteriori informazioni:
Dott. Davide Silvestri {347.81.50.573}
Dott.essa Francesca Fadda {347.21.14.917}
www.laformicaviola.com/

Pagina fb: facebook.com/laformicaviola

Mail: laformicaviola@gmail.com

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