17 febbraio 2018 – di Francesca Fadda

Scena film Mary Poppins (1964)
Riceviamo e condividiamo con voi la lettera di un’amica che ci racconta un episodio accaduto recentemente a suo figlio a scuola, chiedendoci dei suggerimenti su come comportarsi.
Cara Formica Viola,
sono la mamma di un bambino di 9 anni che frequenta la quarta elementare, vorrei raccontare un fatto che è successo in classe. Durante la lezione mentre usavano la LIM (una lavagna interattiva che si connette a internet distribuita dal miur) i bambini si sono trovati davanti la una scena di un film porno con momenti espliciti di sesso omosessuale. Sicuramente è stato un incidente o un virus informatico assolutamente imprevedibile, ma quello che mi lascia un po’ perplessa è stata la reazione della maestra che ha subito messo a tacere i bambini, chiedendo loro di non proferire parola rispetto a quanto avevano visto e senza dare nessuna informazione al riguardo.
Mio figlio mi ha raccontato subito quanto successo e me ne ha parlato alludendo ad una cosa sporca, lui l’ha chiamata proprio schifezza! Ecco, io non voglio che lui abbia questa immagine distorta del sesso, anzi devo dire che lui ancora non sa nemmeno cosa sia in quanto è un bambino ancora ingenuo, per certi versi, anche se conosce (e ne parla tranquillamente) le differenze anatomiche tra maschi e femmine.
Secondo te come posso aiutare mio figlio a capire che il sesso non è quella “schifezza” che ha visto? cosa potrebbe fare la maestra a riguardo? Secondo te è un’età giusta per affrontare certi argomenti?
Ti ringrazio, una mamma
Cara Amica della Formica, grazie per averci scritto, quello che racconti ci offre lo spunto per fare una serie di riflessioni sull’importanza dell’educazione sessuale e affettiva a scuola e sull’urgenza di un’adeguata formazione del corpo docente sulle tematiche legate alla sessualità, ma anche sulla necessità di supportare i genitori nel difficile compito di accompagnare i figli e le figlie nella scoperta della propria esperienza relazionale e sessuale.
L’episodio avvenuto nella classe di tuo figlio condensa in poche immagini diversi aspetti stereotipati legati alla sessualità, all’omosessualità e alla pornografia, che meritano una particolare attenzione. La comparsa improvvisa di un video porno durante una lezione di geografia avrebbe potuto cogliere impreparati/e chiunque, tuttavia la reazione dell’insegnante di tuo figlio, tolto un imbarazzo iniziale comprensibile, rende evidente la presenza ancora forte di una concezione della sessualità come qualcosa di cui non è legittimo parlare, da nascondere ed evitare, alimentando la tendenza a costruire veri e propri tabù attorno a temi che costituiscono i pilastri dell’identità sessuale e del vivere sociale.
Non esistono evidenze scientifiche che dimostrino l’impatto traumatico di un’esposizione accidentale o episodica alla pornografia nei bambini e nelle bambine in età scolare. Oltre le risposte emotive immediate, come il senso di disgusto, schifo, eccitamento, curiosità, è improbabile che si presentino effetti psicologici dannosi e durevoli per l’identità personale. Sono gli estremi della negazione e dell’ossessione per la pornografia a rischiare di creare alcune difficoltà. Un’educazione sessuofobica può inibire l’esplorazione serena e l’espressione spontanea della propria sessualità, contribuendo alla creazione di una visione dei rapporti angosciante in cui la sessualità assume tonalità sporche, disgustose, squallide. Al contrario, un’educazione sessuossessiva, caratterizzata da una esposizione precoce ed eccessiva al materiale pornografico, può fornire elementi per costruire una visione distorta della sessualità, spingendo bambini e bambine verso esperienze improprie per la loro età, senza avere la maturità cognitiva, emotiva e relazionale, per gestirle.

Scena film Bang Gang. A modern love story (2015)
COSA È IMPORTANTE FARE:
- Offrire immagini altre della sessualità
Dopo aver visto un video pornografico è fondamentale evitare che si crei il vuoto comunicativo attorno a quella esperienza e trasformarla in un’opportunità per parlare di sessualità, offrendo rappresentazioni più vicine al vissuto reale del bambino o della bambina. Questi/e non hanno un immaginario erotico preformato e assorbono ogni nuovo fotogramma con una velocità strabiliante perché sono in cerca di conoscenza. Può essere utile cercare dei libri che uniscano il contenuto informativo alle immagini, possibilmente corredati di materiale fotografico che ritrae adolescenti e scene erotiche più vicine alla propria età, in cui potersi riconoscere e proiettare in una dimensione temporale più vicina alla propria ed avere la possibilità di identificarsi. Accostare alle immagini pornografiche aspetti che permettano di immaginare e sentire la sessualità più alla propria portata, dove il focus non sia sugli organi genitali e sulla prestanza del corpo, ma sull’incontro dei corpi, sul desiderio di conoscenza ed esplorazione. Si tratta di attivare uno zoom che allarghi l’immagine e permetta di integrare il dettaglio nella complessità, senza negare il dettaglio.
- Sviluppare il senso critico non il tabù
Durante il processo di formazione della propria identità è di grande importanza per i bambini e per le bambine poter accedere alle idee e alle informazioni e costruire gli strumenti necessari per orientarsi nel mondo allenando il proprio pensiero critico. Negare l’esistenza della pornografia impedendo ogni possibile esposizione, non solo è impossibile e rischia di provocare l’effetto contrario, ma è assolutamente inefficace e può portare alla ricerca e al consumo segreto di materiale sessualmente esplicito, con un probabile senso di vergogna e colpa, che impedisce di approcciarsi in modo critico alla stessa pornografia, di cogliere la differenza tra finzione cinematografica e realtà e soprattutto di sviluppare la capacità di discriminare gli aspetti positivi e di criticità, per esempio tra una pornografia di massa ed una d’autore. Favorire l’avvicinamento ad una area critica e controversa permette di imparare a muoversi in territori conflittuali e gestirli, predisponendo verso una partecipazione democratica alla vita sociale.
- Insegnare che la sessualità può essere dissociata dall’amore
La focalizzazione della pornografia sulla carnalità del rapporto sessuale, lo priva di qualsiasi elemento emotivo e relazionale che, se per un adulto, al di là di ogni posizione morale, è facilmente comprensibile, per una bambina o un bambino diventa un momento di potenziale conflitto cognitivo e di confronto con la possibilità che il comportamento sessuale possa realizzarsi anche senza amore o non all’interno di una relazione stabile. Tanto per i ragazzi quanto per le ragazze, le sperimentazioni della sessualità oggi avvengono sempre più senza un coinvolgimento sentimentale ed è importante legittimare questa possibilità offrendo gli strumenti per vivere una sessualità sana, capace di integrare piacere e salute in modo sicuro con la consapevolezza dei rischi di comportamenti non protetti, nel rispetto del proprio corpo e di quello dell’altro/a, in cui l’elemento centrale sia sempre il consenso e la scelta di un qualsiasi atto libera da ogni costrizione fisica e psicologica.
- Educazione sessuale in famiglia e a scuola
Fare una buona informazione ed educazione alla sessualità e all’affettività iniziando sin dai primi anni di vita crea gli strumenti concettuali ed emotivi per poter affrontare anche il tema della pornografia senza rischiare di incorrere in silenzi imbarazzanti, evitamenti e tabù, o, al contrario, sentirsi costretti dall’emergenza a dover dire tutto e da un momento all’altro. Parlare improvvisamente di sessualità a partire dalla visione di un video pornografico, se prima non si era mai affrontato il tema, è un compito cognitivo difficile per un/a bambino/a che mette a dura prova la relazione e la comunicazione con l’adulto. Da un lato si manifesta una esplosione di curiosità ed emozioni anche molto diverse tra loro, dall’altra troppe informazioni, universi semantici e simbolici, da gestire in un colpo solo. È perciò sempre preferibile affrontare i temi della sessualità con gradualità e possibilmente anticipare le fasi dello sviluppo, cercando di dire le cose prima che accadano.
- Formazione insegnanti
Nel contesto scolastico gli/le insegnanti dovrebbero avere una formazione di base sulle tematiche della sessualità e dell’affettività, sviluppare un atteggiamento aperto e senza pregiudizi e una serie di competenze che permettano loro di comunicare con serenità e serietà le informazioni adeguate all’età della classe di riferimento, qualora, come nel caso specifico, si presentasse la necessità di affrontare un tema come quello della pornografia. La formazione degli insegnanti dovrebbe essere mirata prima di tutto a individuare e mettere in discussione i propri schemi e pregiudizi verso la sessualità e gli orientamenti sessuali, per adottare un atteggiamento aperto e non discriminante.
Nell’episodio riportato nella lettera, sarebbe stato appropriato che la maestra non trasmettesse ai bambini e alle bambine la propria paura e preoccupazione nel trovarsi impreparata a gestire una situazione come quella. Cercare una sorta di “complice alleanza” con la classe chiedendo di non parlare con nessuno di quanto accaduto, ha sortito esattamente l’effetto contrario, come ci ha raccontato la nostra amica. Sul momento la maestra avrebbe potuto richiedere la collaborazione di qualche collega e confrontarsi successivamente e apertamente con i genitori dei bambini e delle bambine della classe.
Riconoscere la propria difficoltà nel trattare argomenti legati alla sessualità e all’affettività è un passo fondamentale per chiedere la consulenza e l’eventuale intervento di un esperto in sessuologia ed educazione alle differenze, che progetti percorsi formativi per insegnanti e interventi educativi adeguati all’età e alle esigenze rilevate in classe, in uno spirito di condivisione e co-costruzione con la scuola e le famiglie.
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La Formica Viola offre un servizio di consulenza, progettazione, formazione e intervento nelle scuole di ogni ordine e grado nell’area dell’educazione alla sessualità, all’affettività e alle differenze, in Abruzzo e in Sardegna.
Per informazioni:
ABRUZZO – Dott. Davide Silvestri – 3478150573
SARDEGNA – Dott.ssa Francesca Fadda – cell. 3472114917
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